Osservazioni sul progetto HERA di ampliamento della rete urbana del teleriscaldamento

Relativamente al progetto HERA di ampliamento della rete urbana del teleriscaldamento, il circolo ferrarese di Legambiente “Il Raggio Verde”  esprime la propria ragionata opzione verso l’inopportunità di autorizzare tale progetto.

Prima di entrare nel merito, si fa notare come tale ampliamento non sia presentato su richiesta degli utenti cittadini, i quali anzi lamentano i prezzi eccessivi praticati da HERA , nonché le lungaggini dei lavori di cantiere per la posa in opera delle linee. Taluni cittadini sono addirittura tornati all’uso delle caldaie individuali.

Altra premessa è la marcata insufficienza del calore geotermico previsto dai pozzi ferraresi, che richiede un pesante contributo di calore proveniente da combustioni, togliendo alla geotermia quel carattere di energia pulita con cui viene presentata. Tale insufficienza risulta connaturata alla geologia del nostro sottosuolo, che fornisce le sue acque profonde ad una temperatura praticamente determinata soltanto dal gradiente geotermico naturale. In coerenza con questo fatto anche l’ampliamento proposto da HERA comprende l’installazione di tre caldaie a gas  da 14 MW ciascuna, che da sole potrebbero alimentare la rete.

Non dubitiamo quindi dell’affidabilità del progetto presentato, che sicuramente non lascerebbe i cittadini senza acqua calda, ma chiamarlo Geotermia è un abuso dei termini. Anche volendo mantenere una coltivazione dei modesti giacimenti ferraresi, nonostante il rischio sismico che nessuno studioso si sente di escludere, il soccorrerli con energia fossile e con le calorie sporche dell’inceneritore come si è sempre fatto finora, è una scelta rivolta al passato.

Se HERA desidera estendere il suo monopolio di multi utility, da cui la nostra Amministrazione ci ha resi dipendenti, lo faccia con un impianto moderno e pulito, dimensionando la fonte solare con la giusta portata, non certo con quell’unico MW di solare previsto nel progetto.

Ciò si affianca ai presunti vantaggi addotti da HERA in termini di emissioni, dovuti allo spegnimento di caldaie domestiche. Riferendosi ai dati raccolti dal Piano dell’Aria, elaborato dalla Provincia di Ferrara risulta che le emissioni dovute al riscaldamento domestico sono di pochi punti percentuali sul totale, mentre la parte preponderante è imputabile a traffico stradale e impianti industriali. Quindi il 14% di un 6% rappresenta soltanto un misero 1%.

Non entriamo in merito allo studio SGM sulle emissioni in atmosfera delle caldaie di soccorso, poiché si tratta di una riedizione di quanto precedette l’avvio della centrale Turbogas. Conosciamo bene la qualità dell’aria nella nostra città e dell’intera Pianura Padana, che a forza di impianti e di traffico è diventata il territorio più inquinato d’Europa. Il massimo sforzo deve essere concentrato sulla diminuzione di queste emissioni, ogni aggiunta va evitata.

Gli effetti di queste emissioni sono conosciuti ancor meglio dal mondo della medicina, che da tempo traccia statistiche e lancia allarmi sulla pletora di patologie correlate.

Proprio da queste osservazioni emerge il conflitto di interessi di HERA, che gestendo l’incenerimento di rifiuti si pone agli antipodi delle energie pulite e della costruzione di un futuro sostenibile, in cui i rifiuti costituiscono la principale sorgente di materie prime.

Non vale farsi scudo delle leggi sui limiti delle emissioni, erroneamente fissati in Europa e nel nostro paese per favorire un modello di sviluppo che sta drammaticamente mostrando il suo esaurimento. La strada del rinnovamento è chiara davanti a noi, e può essere imboccata proprio dalle Amministrazioni. Esiste tutta un’industria in grado di fornire quanto necessita sotto forma di calore o di elettricità, sfruttando la fonte rinnovabile per eccellenza. Le captazioni solari, termiche e termodinamiche, sono già state studiate e applicate e sono completamente pulite, non necessitando nemmeno dei pannelli fotovoltaici al silicio.

Esse si affidano a specchi parabolici multipli, più economici e più ricettivi, e nel caso del “soccorso termico”di cui necessita HERA trasformano in calore praticamente la totalità della radiazione solare. Dotati di opportuni grandi serbatoi di accumulo, permettono di superare non solo le notti, in cui peraltro il consumo è scarso, ma anche le settimane di scarsa captazione dovuta alle nebbie e alla cappa di smog che ci sovrasta nel periodo invernale. Gli specchi parabolici vanno collocati a livello del terreno, sopra i serbatoi che risultano interrati e isolati termicamente.

Gli ettari necessari a un impianto del genere si trovano nella immediata periferia cittadina: aree industriali o artigianali dismesse, o terreni di antiche discariche praticamente non bonificabili, come ad esempio l’area via Caretti-Salice-Fornace, fino al centro commerciale Le Mura.

Una “green economy” promossa oculatamente dalle Amministrazioni avrebbe il merito non piccolo di togliere alla criminalità organizzata un cespite di incentivi e un’occasione di riciclaggio, svolti con ben altri criteri che non quelli di pubblica utilità. Da considerare è anche la partecipazione di imprese locali e di artigianato qualificato, data la struttura a rete distribuita di queste generazioni, che escludono le grandi centrali, fra l’altro in buona parte superflue.

Una strada che avvicinerebbe i cittadini alle Amministrazioni locali, facendole percepire come più orientate a una corretta valorizzazione dei beni comuni, anziché trascinate dagli interessi di Società che perseguono il loro utile indipendentemente dalla validità del programma.

A questo punto dei nostri rilievi, poco importa alla nostra Associazione di Legambiente Ferrara dissertare su megawatt termici, gigawattora, metri cubi serviti, o microgrammi di inquinanti per normalmetrocubo. Gli argomenti da noi addotti, improntati ad un programma di sostenibilità e di recupero ambientale, sono talmente dirimenti da rendere superato ogni progetto basato sui combustibili fossili, che semmai andrebbero completamente sfruttati ove già in uso, vedi gli inevitabili ingenti cascami termici della Turbogas.