L’aumento fino al massimo possibile di rifiuti da incenerire a Ferrara fa mettere in guardia Legambiente. Herambiente ha ottenuto l’aumento della capacità di incenerimento rifiuti da 130mila tonnellate anno a 142.000, cancellando di fatto l’accordo sottoscritto nel 2003 da Circoscrizione Nord-Ovest, Comune di Ferrara, Provincia di Ferrara e l’allora Agea e rinnovato nel 2013. “Questo aumento – afferma il Circolo Raggio Verde di Ferrara – avviene in totale assenza di trasparenza a tutti i livelli, dal momento che la decisione presa in conferenza dei servizi risale al marzo scorso e non è stata resa nota. Perché di una decisione avvenuta ben tre mesi fa, che coinvolge direttamente i cittadini, l’amministrazione comunale, che dice di promuovere la partecipazione dal basso, non ha detto nulla?”.
L’aumento viene giustificato con la necessità di migliorare le prestazioni dell’impianto e quindi ridurre il carico di emissioni, “ma la scusa del miglioramento prestazionale era già presente anche nel 2016 allorchè era stato deciso l’abbruciamento di rifiuti provenienti dalla Puglia ma l’accordo del 2003 era stato confermato”.
Visti i risultati positivi in termini di raccolta differenziata e riduzione del rifiuto urbano indifferenziato, Legambiente si chiede anche” che tipologia di rifiuto è previsto venga bruciata e la loro provenienza. E’ un dato infatti che ancora in molti Comuni della regione i risultati della raccolta differenziata sono al di sotto dei livelli richiesti dal Piano Rifiuti Regionale, che non ovunque sia applicata la tariffa puntale e che nella nostra regione arrivino rifiuti speciali da altre regioni italiane”.
Legambiente ha inviato alla Regione indicazioni chiare sugli obiettivi che dovrebbe contenere il prossimo Piano di Gestione Rifiuti Regionale “per dare davvero vita ad un modello di economia circolare all’avanguardia”.
Tra questi l’aumento della raccolta differenziata con la trasformazione dei sistemi di raccolta dei rifiuti urbani verso modalità più virtuose. “La strada – spiega il circolo – è estendere le modalità di raccolta domiciliari e la tariffa puntuale a tutta la regione (che peraltro la normativa regionale prevedeva già obbligatorio per il 2020)”.
Viene poi la previsione contestuale della dismissione di due inceneritori: “già oggi l’aumento della raccolta differenziata sta spostando centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti dal sacco dell’indifferenziato a quello della differenziata: non avrebbe senso mantenere attivo tutto il parco impiantistico se non per garantire il business dei gestori; frenare i rifiuti da smaltire che vengono da fuori regione”.
Legambiente chiede quindi che “l’innalzamento della quota di rifiuti da avviare all’inceneritore venga al più presto ritirata, che tipo di rifiuti andranno avviati all’incenerimento e che vengano presi in considerazione i punti sopraindicati nella pianificazione regionale. Inoltre lanceremo una raccolta firme per sostenere quanto detto, valutando ogni legittima azione possibile per bloccare tale iniziativa”.